Verdone a Cavani: “Con film belli la gente va al cinema. Non so se farò altre serie, troppa fatica”
Carlo Verdone ha fatto quattro stagioni di Vita da Carlo. “Vi rendete conto che ho imparato a memoria 1250 pagine? I colleghi si fanno aiutare dall’auricolare e dai cartelli, ma io non ci sono ancora arrivato”. Con questa serie in quattro capitoli ha raccontato romanzandola la sua vita, “diciamo che il 50% è vero, sono cose che mi sono successe davvero” e per questa impresa gli è stato riconosciuto l’Excellence Award del neonato Italian Global Series Festival dal 21 al 28 giugno a Rimini e Riccione, nato sulle ceneri di quello che fu il Roma fiction fest che per dieci anni si è svolto a Roma.
Per attivare l’iscrizione alla newsletter The dreamers, dedicata al cinema e alle serie tv, clicca qui
L’attore e regista, che sta montando la quarta e ultima stagione della serie ma già lavorando al prossimo progetto per la sala, accetta di commentare l’invettiva della decana Liliana Cavani che ha detto: “La serie televisiva è un pericolo, non può vincere. La vera cultura non la fa la serie, che viene fatta solo per avere più spettatori e di conseguenza più guadagno”. Verdone le risponde: “Cavani ha delle legittime preoccupazioni però dobbiamo anche considerare che le persone al cinema sono tornate, vedete il film di Paolo Genovese. Tutto dipende solo dalla bontà dei film e dalla curiosità che suscita negli spettatori, se non c’è passaparola ormai il cinema fa fatica ma pensiamo a FolleMente non sapevamo niente di quel film e nel giro di 48 ore tanti sono andati in sala. Cavani ha ragione ma fino a un certo punto. Pensiamo a quando è uscito il film di Paola Cortellesi, ricordo gli amici che dicevano ‘si è buttata sul bianco e nero per fare la furbacchiona’… e lascia stare che a me fa piacere, mi riportava in maniera romantica a un cinema del passato. Invece Paola ha fatto un signor film, l’altro giorno era a Pechino in una sala da 5000 posti, il suo è un film straordinario, importante per l’Italia. Io mi sono dato molto da fare per le sale abbandonate, ora ci devono pensare gli esercenti e il governo, io ho posto un problema ma ora ci vogliono i film giusti. Se i film non sono buoni il pubblico non va, se i film funzionano il pubblico va. Poi c’è una nuova guardia di attrici diventate registe, penso a Valeria Golino che ha fatto una serie splendida, L’arte della gioia, con una bellissima fotografia. Non siamo amici ma ci conosciamo, il suo è un prodotto di valore, ma penso anche a Margherita Buy, Claudia Gerini, a qualcuna è andata bene e ad altre meno ma in questo momento sono molto importanti le storie al femminile. Per quel che riguarda me probabilmente Vita da Carlo sarà la mia ultima serie perché è stata una bellissima esperienza ma troppo sfiancante. Le ultime due settimane le ho passate con la polmonite con due focolai, il medico mi diceva ‘stia a casa’, ma io gli rispondevo ‘perdo tre attori, vanno a teatro’. Sono stato fortunato, il mio medico mi ha curato bene ma il mio fonico si è lamentato, mi ha detto ‘io ti ammiro che stai qua a recitare ma io sento solo il rantolo. Sembri un asmatico. Ma almeno le abbiamo girate quelle scene e le ridoppierò”.

Liliana Cavani: “Un vero regista non fa le serie. Difendiamo le sale cinematografiche”
A proposito di doppiaggio Verdone risponde anche sul tema dell’intelligenza artificiale e le battaglie che i doppiatori stanno facendo. “Sono totalmente dalla parte dei doppiatori. L’intelligenza artificiale sarà un disastro per il nostro cinema; un amico mi ha portato a vedere Borotalco doppiato in inglese con io e Brega che parliamo in inglese grazie all’intelligenza artificiale, è impressionante. Mi hanno fatto vedere anche Acqua e sapone doppiato in giapponese con l’intelligenza artificiale, mi hanno detto che è perfetto ma si perde l’anima. Senza il lavoro di doppiaggio un film perde l’anima”. Verdone sarà solo uno dei tantissimi ospiti del festival diretto da Marco Spagnoli e ideato e organizzato da Apa Associazione produttori audiovisivi, con il supporto del ministero della Cultura, della Siae e di Agis.
Il fenomeno Mare fuori, il ritrovo del cast dei Cesaroni di cui sono appena partite le riprese della quinta stagione diretta da Claudio Amendola, il ritorno di Sandokan con il nuovo volto di Can Yaman e poi ancora: Elena Sofia Ricci, Evangeline Lilly resa popolare da Lost e dalla saga Marvel come supereroina figlia dello scienziato Michael Douglas. Michele Placido dialoga con direttore del Torino film festival e Marco Bellocchio, attualmente impegnato sulla serie dedicata alla vicenda di Enzo Tortora, con il direttore della Mostra di Venezia Alberto Barbera. La madrina è Caterina De Angelis, figlia di Verdone nella serie Vita da Carlo, nella vita vera figlia di Margherita Buy. E poi ancora il produttore musicale pluripremiato agli Oscar Giorgio Moroder e l’attrice britannica Adjoa Andoh, la Lady Danbury di Bridgerton.
Bridgerton 2. Parlano la regina, Lady Danbury e Lady Violet: “Il nostro è matriarcato”
I presidenti delle giurie del concorso internazionale saranno Bille August, Cristina Comencini e Paolo Genovese. I primi titoli annunciati, il programma completo sarà rivelato a maggio durante il festival di Cannes, sono la serie Balene con Veronica Pivetti, Carla Signoris, Giorgio Tirabassi, la terza stagione di Blanca con Maria Chiara Giannetta, la terza di Cuori con Pilar Fogliati, I casi dell’avvocato Gualtieri dai romanzi di Gianrico Carofiglio con Alessandro Gassmann, e poi una serie greca dedicata alla giovane Maria Callas. E ancora la serie dedicata alle sorelle Jane e Cassandra Austen Miss Austen, la serie francese La Rebelle: Les Aventures de la jeune George Sand sulla scrittrice che pubblicò sotto pseudonimo nella Francia dell’Ottocento.
Cinema, l’allarme delle associazioni: “Siamo al collasso, serve un nuovo tax credit”
Sull’appello che ancora oggi le associazioni lanciano rispetto alla necessità di un nuovo tax credit risponde Chiara Sbarigia, presidente Associazione produttori audiovisivi (Apa). “L’ultima finestra è stata aperta a dicembre, sappiamo tutti che c’è molta attesa, noi speriamo e imploriamo che si apra immediatamente la prossima. Come associazione abbiamo seguito tutto l’iter di riforma e condiviso il processo, per dobbiamo dire che i set non sono fermi. Per il festival abbiamo difficoltà a trovare persone libere nell’ultima settimana di giugno perché lavorano tutti. Probabilmente l’emergenza riguarda più il cinema delle piccole produzioni che quelle dell’audiovisivo, noi abbiamo la committenza certa di Rai, Netflix, Mediaset, Paramount, Prime. Spingiamo a sburocratizzare il sistema”.
Condividi questo contenuto: