“Yara”, il film di Giordana con Boni e Ragonese sul caso Gambirasio in tv stasera
A pochi giorni dall’intervista di Francesca Fagnani in carcere a Massimo Bossetti, arriva in onda, lunedì 23 giugno 2025, in prima assoluta su Canale 5, Yara il film che affronta il delitto che ha sconvolto l’Italia: la morte della tredicenne Yara Gambirasio.
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Il film del 2021 con Isabella Ragonese e Alessio Boni e diretto da Marco Tullio Giordana era andato direttamente sulla piattaforma Netflix e ora va in onda per la prima volta in chiaro. Il film ripercorre le indagini che hanno permesso l’incriminazione e la condanna di Massimo Bossetti, l’assassino della ragazzina scomparsa il 26 novembre 2010 da Brembate di Sopra e ritrovata senza vita tre mesi dopo in un campo di Chignolo d’Isola. Che continua a dichiararsi innocente.
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A capo delle indagini, la PM Letizia Ruggeri. Quando la polizia scientifica trova delle tracce di DNA sui vestiti di Yara, la PM Ruggeri decide di sottoporre l’intera popolazione della zona ai test biologici, procedura mai tentata prima che porterà alla risoluzione del caso. Nel cast, oltre a Isabella Ragonese che vedremo nel ruolo della PM Letizia Ruggeri e Alessio Boni nel ruolo del Colonnello Vitale: Thomas Trabacchi (Maresciallo Garro), Sandra Toffolatti (Maura Gambirasio), Mario Pirrello (Fulvio Gambirasio), Roberto Zibetti (Massimo Bossetti), Gloria Bellicchi (Marita Comi).
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“Quando si tratta di storie vere ci vuole molta cautela – aveva dichiarato il regista spiegando le intenzioni del suo lavoro che aveva scatenato polemiche ancora prima di essere visto – Intanto perché tocchi la sensibilità di persone che hanno sofferto e che continuano a soffrire. Poi, perché la potenza persuasiva di un film – sacrosanta quando rimette in discussione verità di comodo – può diventare micidiale quando invece contrabbanda – per superficialità, disinvoltura o, peggio, malafede – manipolazioni o partiti presi. In tutti i film che mi è capitato di realizzare su cold-case o vicende controverse – come quelli su Pasolini, sull’Heysel, su Piazza Fontana, su Peppino Impastato, su Lea Garofalo – mi sono sempre preoccupato di studiare a fondo le carte e non contare troppo sulla mia memoria. I ricordi sono ingannevoli e anche ascoltare i diretti interessati può essere talvolta fuorviante. Anche quando è passato poco tempo, preferisco immaginare la vicenda come accaduta in un’epoca remota, senza più testimoni che possano dirmi com’è andata. Preferisco basarmi sui documenti: carta canta, villan dorme”.
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