Yesterday, i 60 anni del capolavoro dei Beatles
Negli anni in cui Paul McCartney e John Lennon erano in forte conflitto, subito dopo la fine dei Beatles, l’autore di Imagine scrisse un brano intitolato How do you sleep, in cui attaccava pesantemente il suo ex sodale. In un verso scrisse: “L’unica cosa che hai fatto è stata Yesterday”. All’epoca sembrò un atto di puro disprezzo, ma con gli anni appare invece come un riconoscimento di un capolavoro inattaccabile.
Sessant’anni fa, il 13 settembre 1965, Yesterday veniva pubblicata negli Stati Uniti, due mesi dopo l’Inghilterra. Sembra che nel 20/o secolo sia stata suonata almeno sette milioni di volte, esistono 2200 cover e almeno due prestigiosi referendum in cui è stata votata come la più bella canzone di sempre. Eppure, a causa della sua genesi e soprattutto del fatto che è l’unica canzone dei Beatles ad essere eseguita solo da Paul McCartney e che era completamente diversa dal resto del repertorio del gruppo, ci sono voluti mesi prima che John, George e Ringo togliessero il loro veto alla pubblicazione.
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Yesterday ha anche una storia tra le più leggendarie e letterarie dell’intera storia della musica: McCartney raccontò di averla sognata, di essersi svegliato con in testa la melodia già finita, tanto che per mesi ha chiesto in giro chi fosse l’autore. Una volta accertato che si trattava di un’opera originale, in attesa di trovare un testo, con John Lennon l’avevano intitolata Scrambled Eggs (uova strapazzate).
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La melodia malinconica e il titolo scherzoso avevano trasformato la composizione in un momento di gioco tra Paul e John: con il passare del tempo però Paul ha preso sul serio il lavoro, tanto da chiedere di mettere un pianoforte sul set di Help! per avere la possibilità di concludere la canzone. Il troppo tempo passato a comporre durante le riprese provocò un’arrabbiatura furibonda di Richard Lester, storico regista dei film dei Beatles.
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George Harrison, che quanto ad umorismo tagliente non aveva da invidiare niente a nessuno, raccontò che Paul per mesi parlava solo di quella canzone, “avresti pensato che era Beethoven o qualcuno del genere”. Dopo mesi di lavoro finalmente McCartney arrivò alla stesura finale: furono provati diversi arrangiamenti con altri strumenti, ma su insistenza di George Martin, la canzone fu registrata solo da Paul che suona la chitarra acustica accompagnato da un quartetto d’archi.
La registrazione si svolse il 14 luglio 1965, un lunedì. Di fatto risultò quasi un lavoro solista di McCartney, perché la voce di Paul era accompagnata solo da una chitarra e da un quartetto d’archi: gli altri Beatles non parteciparono. Era la prima volta che un quartetto d’archi entrava in un disco dei Beatles: l’idea fu ovviamente del produttore George Martin. “All’inizio la suonai a tutti chidendo “vi piace?” – raccontò McCartney – la suonai solo con la chitarra acustica e gli altri dissero che gli piaceva. Così George Martin e io ci mettemmo a discutere l’idea. Volevo solo un leggero accompagnamento di strumenti a arco e lui disse: “Beh, che ne pensi di un quartetto d’archi?”.
“Ci sedemmo al pianoforte e lavorammo su questo – aveva aggiunto – ero molto orgoglioso, era una melodia originale, non copiava nessun’altra melodia e era grandiosa, era lì senza alcuna ripetizione”. McCartney ha poi raccontato che quello è sempre stato il suo brano preferito e ha continuato a eseguirlo per tutto il resto della sua carriera, anche durante il periodo dei Wings.
L’episodio più clamoroso è legato a Chris Farlowe, una delle voci più originali della scena rock blues inglese al quale fu offerta la possibilità di incidere Yesterday prima che fosse pubblicata dai Beatles ma rifiutò perché la riteneva troppo sdolcinata.
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Forse la stroncatura più prestigiosa è di Bob Dylan, che prima disse che “nella Biblioteca del Congresso ci sono migliaia di canzoni migliori di Yesterday e Michelle”. Poi ha registrato una sua versione di Yesterday con il suo amico George Harrison: non è mai stata pubblicata ma esiste la registrazione.
Nel gennaio del 2000 fu annunciato che Yesterday era stata la canzone britannica più suonata del secolo in America – l’unico brano di un compositore inglese a essere trasmesso più di 7 milioni di volte sia alla radio che alla televisione dal momento della pubblicazione.
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