Polonara: “Il ricovero e poi il trapianto. Vedo la luce, ma sarà dura. Voglio tornare al basket”
BOLOGNA – «So che il peggio non è ancora passato e ci saranno altri momenti duri, ma ora vedo la luce. Prima volevo solo tornare a vivere, ora grazie a Sassari sono tornato a sognare il basket e il mio obiettivo è tornare un giorno a giocare». Dopo il percorso di cure per la leucemia a Valencia, ieri Achille Polonara è rientrato al Sant’Orsola, dove domani inizierà un nuovo ciclo di chemioterapia e il 24 settembre farà il trapianto di midollo osseo grazie a una donatrice americana. A Bologna resterà ancora fino a dicembre, un mese di ricovero dopo il trapianto seguito da periodici day hospital e controlli; poi andrà a Sassari, dove la Dinamo gli ha offerto un contratto da giocatore. E una prospettiva nuova.
Polonara, cosa ha pensato quando le hanno detto che il donatore era stato trovato?
«Ci contavo, mi avevano sempre detto che era solo questione di tempo, di stare tranquillo. Quindi ero sereno. Non si può, purtroppo, ma mi piacerebbe tanto parlare con la ragazza americana donatrice, conoscerla, sapere quanti anni ha e cosa fa nella vita. Fondamentalmente vorrei dirle semplicemente grazie».
Dopo tanti momenti bui, ora è tornata la luce?
«Sta tornando. La chiamata di Sassari, la notizia del trapianto, il tempo passato a casa con famiglia e amici, sono state utili. Martedì Tonut è venuto da Milano apposta per farmi visita in ospedale e regalarmi la canotta che usava nelle amichevoli prima dell’Europeo, lunedì ero stato a cena con Belinelli a far balotta con le nostre compagne, senza figli, al ristorante Pepperoni. Tutte cose che aiutano ad affrontare la situazione, a dirmi che con pazienza e tanta forza passerà anche questo step».
Riesce a dirsi che il peggio è passato?
«Non proprio, ancora non mi sono permesso questo lusso. Sono ottimista perché le cose stanno andando bene e affronto il trapianto col corpo in forma, ma l’ansia c’è e la luce non posso accenderla del tutto. So che il percorso del trapianto sarà più tosto di quello della chemio, che momenti difficili in cui soffro e sto male ci saranno. So anche che accanto a me a tenermi in piedi come sempre ci sarà mia moglie, che in questo periodo abiterà in una casa a due passi dal Sant’Orsola che ci ha prestato un amico».
Ai vostri figli è arrivato il momento di spiegare cosa sta succedendo?
«Loro ora sono a Battipaglia coi nonni e lunedì hanno iniziato la scuola. Quando li ho salutati ho detto sarei venuto a Bologna per curarmi e fare in modo che non debba in futuro fare dentro e fuori dall’ospedale. Per loro è stata un’estate impegnativa, si sono spostati di continuo, mi hanno visto sempre con la mascherina, senza capelli, hanno ascoltato tante persone parlare sempre della stessa cosa. Si sono accorti che qualcosa di strano c’è, stanno capendo. Ma non la stanno prendendo male. Ovviamente preferirebbero mamma e papà fossero con loro ma non fanno drammi, capiscono perché tutto ciò servirà per tornare a vivere come prima».
Il contratto da giocatore a Sassari ha cambiato le sue prospettive e i suoi sogni?
«Due mesi fa sognavo solo di vivere una vita normale, fino al giorno prima della telefonata di Sassari non pensavo minimamente di voler tornare a giocare. Poi è arrivata la proposta di una squadra e una città dove son stato bene, ho amici, e il pallino del basket è tornato. Appena finite le cure andrò a conoscere i compagni; non mi sono dato tempi, nemmeno loro me li hanno dati, ma ora il mio obiettivo è rimettermi in forma e tornare a giocare a basket. Per questo la pur apprezzata proposta di un ruolo da scout nella Virtus non l’ho considerata, per un lavoro fuori campo c’è tempo. E quella vita normale ora la vedo più vicina».
Passa anche dal tornare a parlare solo di basket?
«Non vedo l’ora di tornare in campo, stare bene e parlare di sport; ho fatto più interviste in questi mesi che in tutta la carriera da giocatore. Più in là parlerò con Pozzecco anche delle sue dimissioni dalla nazionale, ora non voglio disturbarlo e gli ho solo mandato un messaggio per dirgli che gli voglio bene».
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