Riarmo, Conte: “Le piazze non finiscono qui, faremo altre iniziative, primo passo per l’alternativa”
«Ma Conte Giuseppe? Il nostro Conte?». Si misurava nell’incredulità alla notizia di più di un esponente locale del M5s, oggi pomeriggio, il tasso di sorpresa del blitz genovese da cui il leader dei Cinque Stelle ha rilanciato l’alleanza progressista dopo le mobilitazioni di piazza del fine settimana, e in vista delle Comunali di maggio. Conte era dato in scaletta tra gli ospiti del convegno di Fondazione Carige in ricordo del grande giurista Guido Alpa, suo maestro da avvocato scomparso il mese scorso, ma in pochi avevano pensato possibile un suo intervento in presenza. Tanto che nessuno nel M5s ligure ha saputo in tempo del suo atterraggio in città, né c’è stata la possibilità di organizzare un incontro con la dirigenza territoriale del partito, né l’eventualità di un incrocio con la candidata sindaca scittadina, Silvia Salis. Che ha fatto capire di avere altro in agenda, e si è limitata a incassare la promessa dell’ex premier: «Salis è un’ottima candidata, interpreta bene lo spirito di un programma che cambierà il volto a Genova: daremo il nostro contributo convinto alla campagna elettorale».
Nonostante le tensioni incrociate che rimangono sul campo e le piazze parallele delle ultime settimane, del resto, anche a margine di un impegno che dallo stesso staff viene definito «puramente personale», Conte ha tenuto comunque a tornare sul dato politico degli ultimi giorni. «Le piazze non finiscono qui», è l’annuncio, dopo «la sorpresa» per il «successo» della manifestazione romana contro il riarmo di sabato scorso. «Ciascuno può promuovere un’iniziativa, ci mancherebbe», è poi il riferimento alle piazze pro Europa lanciate da Michele Serra su Repubblica. Ma soprattutto il ritorno sul peso del dibattito sulla politica estera, in tema di armamenti, e un accenno ai modi possibili per tornare a “investire” sul dialogo progressista.
«Ci sono sei milioni di poveri e quattro di lavoratrici e lavoratori che non arrivano a fine mese, ne veniamo da due anni di tracollo della produzione industriale, il caro energia che sta mettendo in difficoltà le aziende, e in Italia e in Europa che si fa? Si sottoscrive un piano di riarmamento. Tutte quelle persona in piazza sabato rappresentavano la loro incomprensione», è l’attacco di Conte.
«Ecco perché su questo punto costruiremo il primo passo fondamentale per un’alternativa di governo – il rilancio – Ci lavoreremo e sarà solo il primo passo perché abbiamo già in cantiere altre iniziative a livello nazionale e a livello europeo per allargare la cerchia delle possibilità dei cittadini di essere ascoltati e di poter manifestare questo loro dissenso rispetto a queste politiche folli che ci stanno portando in una spirale di minacce contro minacce e non ci porteranno nessuna sicurezza, né in Italia, né in Europa».
Poche parole per ribadire la linea, e insieme dare corpo e fiato alla convinzione (e alla narrazione, in parte) che la battaglia anti armi del Movimento debba rappresentare «il pilastro per costruire l’alternativa di governo». Anche davanti allo scetticismo del suo stesso popolo, che soprattutto sul tema ha fatto capire più volte di sentirsi distantissimo dalle posizioni degli alleati del fronte delle opposizioni, Pd per primo.
Una prova di strategia politica e insieme un messaggio di fondo, dopo tutti i distinguo di questi mesi, che si tradurrà anche in un certo investimento sulla contesa genovese, pur nel suo piccolo. Dopo l’incontro genovese del prossimo 8 maggio con l’ex magistrato oggi senatore grillino Roberto Scarpinato, Conte tornerà in città per spingere la rincorsa di Salis almeno un paio di volte, si fa capire dal M5s, senza timore di altri blitz a sorpresa. «Ci sono tanti segnali di insoddisfazione da parte della comunità genovese – è la riflessione sulle elezioni di maggio – e credo davvero che questo progetto politico abbia messo obiettivi strategici chiari a disposizione del cambiamento, e abbia individuato la miglior interprete per realizzarlo».
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