Da Serra a Prodi, da Bergonzoni a Fresu, ecco i protagonisti della piazza per l’Europa a Bologna

Non si sono persi di vista: dopo la piazza del 15 marzo, che ha riunito 50 mila persone a Roma da un’idea di Michele Serra sulle colonne di Repubblica, gli europeisti tornano a sventolare le bandiere. La nuova piazza per l’Europa è a Bologna, domenica 6 aprile, convocata dai sindaci di Bologna e Firenze, Matteo Lepore e Sara Funaro. Il tam tam corre sui social, arriva nelle riunioni di circoli e sindacati, moltiplica le adesioni, coinvolge studenti e professori, partiti e società civile. «È in gioco la nostra democrazia, il futuro delle nuove generazioni – ha detto Lepore – la storia delle nostre città è fatta di impegno e mobilitazione per le cose che contano, i diritti civili, la pace e il disarmo, il lavoro e la coesione sociale, oggi ci guida la voglia di stare insieme per un’Europa più unita e più forte, in un momento tra i più difficili della storia».

Ci sarà Michele Serra, Romano Prodi parteciperà con un video, sul palco saliranno attori come Paolo Hendel e Alessandro Bergonzoni, intellettuali, scrittori e giornalisti, da Francesca Mannocchi a Gad Lerner a Massimo Giannini, da Alessandra Sarchi a Marco Malvaldi. Ci saranno studenti e professori dell’Università, il regista Giorgio Diritti, decine di sindaci guidati da Gaetano Manfredi, presidente Anci e primo cittadino di Napoli. A coordinare gli interventi sarà Federico Taddia, a suonare l’Inno alla gioia, adottato nel 1972 per l’Europa, sarà la tromba di Paolo Fresu. Attivisti dei diritti civili, ecologisti, volontari di realtà come le Cucine popolari: tutti uniti dall’unica bandiera dell’Europa. In piazza ci sarà chi ha conosciuto personalmente Altiero Spinelli, come il professor Jacopo di Cocco che fabbricò anche un prototipo di euro, già chiamato così nel 1965. Al suo fianco, giovani che non hanno mai conosciuto altra moneta. I sindacalisti della Cgil porteranno la bandiera della pace, le Acli hanno aderito, i Federalisti europei saranno presenti in forze.

Anche gli esponenti dei partiti del centrosinistra hanno annunciato la loro presenza, ma la protagonista è la società civile: ieri 15 realtà hanno firmato una lettera aperta “per un’Europa libera, unita, giusta e per la pace”. «Sentiamo il bisogno di riaffermare la nostra idea di Europa – si legge nella lettera – una costruzione non burocratica, che sia promotrice di pace, giustizia e coesione, partecipata. L’Europa è nata per mettere fine alla guerra, non possiamo dimenticarlo nell’80° anniversario della Liberazione». In calce, un elenco di associazioni anche economiche, come Legacoop Bologna e Toscana e Cna Firenze, oltre alla Fondazione Gramsci, Articolo 21, la Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace e molte altre. Il sindaco Lepore ha garantito che la piazza sarà «senza spese per i contribuenti», dopo che la destra aveva polemizzato e minacciato esposti, gli ospiti parteciperanno a titolo gratuito e le spese del palco saranno «interamente sostenuti da soggetti privati che aderiscono». La piazza ha già dimostrato di essere più forte delle polemiche e si prepara alla seconda edizione, in un momento in cui l’idea di Europa è più importante e sentita che mai. Tra i partecipanti anche Franco Boccafogli, 84 anni, presidente di un circolo Arci che ha deciso di aderire, con un semplice principio: «Non si può più stare in casa, con quello che succede, vado anche io». Domenica alle 15 sotto la fontana del Nettuno, simbolo di Bologna, ci saranno tutti quelli che la pensano come lui.

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