Ipertensione, con smartwatch e simili i valori potrebbero (anche) non essere precisi
La tecnologia aiuta. Certo. Ci mette a disposizione strumenti semplici e di uso comune per aiutarci a stare meglio, a cogliere eventuali problemi, a monitorare nel tempo le funzioni dell’organismo. Ma non dobbiamo esagerare. Anche e soprattutto se temiamo l’ipertensione, fattore di rischio fondamentale per infarto, ictus e non solo. I dispositivi indossabili, senza il classico bracciale che caratterizza gli sfigmomanometri del medico e quelli per uso domestico, potrebbero non essere sempre sufficientemente precisi. Quindi, pur se utili, non dovrebbero sostituire sempre e comunque i classici strumenti di rilevazione.
A dirlo è una ricerca internazionale, che ha visto partecipare esperti delle Università del Nuovo Galles del Sud (Australia) e di Washington (Seattle) oltre che George Institute for Global Health, apparsa su Jama Cardiology (primo nome Eugene Yang). Lo studio, che ha analizzato moltissime osservazioni ed indicazioni disponibili, concentra l’attenzione su smartwatch, smartphone che misurano la pressione arteriosa basandosi sulla scansione del viso o delle dita, anelli intelligenti, cerotti da apporre sul torace, occhiali rilevatori e addirittura sedili della toilette che promettono di rilevare questo parametro vitale. Stando alle prove esistenti tutti questi dispositivi più o meno diffusi ed utilizzati potrebbero favorire potenziali sovradiagnosi di ipertensione o portare a sottovalutare eventuali rialzi pressori. Insomma. Per parlare di ipertensione, ricordate che ci vuole sempre il medico che provvede alla misurazione pressoria ed ai controlli . E sta al curante definire non solo se di ipertensione si tratta, ma anche come affrontarla.
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Cosa dice lo studio
Misurare bene la pressione è fondamentale. Purtroppo però, si legge nella ricerca, non sempre si può eseguire nei pazienti per inconvenienti, fastidi e difficoltà nel dimensionamento appropriato del bracciale e dei protocolli di misurazione. L’avvento dei dispositivi senza bracciale permette di superare problemi legati alla posizione, all’importanza di mantenere rilevazioni nel tempo e altro. Attenzione però: lo studio mette in guardia sul rischio di limitata accuratezza con possibile sottotrattamento o sovratrattamento dell’ipertensione. Inoltre occorre assicurare un accesso equo per i paesi a basso e medio reddito oltre a monitorare al meglio le informazioni relative alla privacy degli utenti e dei loro dati. Insomma: al momento, è la raccomandazione della ricerca, “medici e pazienti dovrebbero utilizzare solo dispositivi per la misurazione della pressione arteriosa con bracciale e validati”.

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Che differenze ci sono
Partiamo da un ragionamento di base. Misurare un valore (in questo caso della pressione arteriosa) diventa sempre più difficile man mano che ci si allontana o dal sito di misurazione, o dal dato diretto. Ci si aspetta quindi, in generale, che l’incertezza sulla misurazione sia comunque maggiore per i dispositivi senza bracciale. Ma ci sono differenze anche nelle modalità di azione. “I dispositivi con bracciale misurano la pressione in modo diretto: applicano dall’esterno una pressione superiore a quella arteriosa, fino ad annullare i “suoni” prodotti dal flusso nel vaso, per poi diminuirla gradualmente e leggere i valori di pressione nel manicotto che si fanno corrispondere alla sistolica e diastolica – spiega Filippo Molinari, ordinario di Bioingegneria presso il Politecnico di Torino. I dispositivi senza manicotto, invece, stimano la pressione sulla base di altre variabili collegate al flusso di sangue”. Di solito in questo senso si usano o il tempo di transito dell’onda di pressione tra due punti, la tonometria, o la forma d’onda dell’onda del segnale fotopletismografico (molto usato nei dispositivi tipo smartwatch, cellulari e simili perché facilmente ottenibile con led).
“Indipendentemente da quale dato si usi, occorre comunque un modello per poi stimare la pressione: oggi questo modello viene sviluppato mediante Intelligenza Artificiale (più spesso machine learning) – riprende Molinari. Purtroppo, a fronte di un’ampia letteratura relativa alla stima della pressione arteriosa da dispositivi senza manicotto, manca una vera e propria validazione su larga scala, che, particolarmente in questo ambito, è indispensabile”.
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La diagnosi è del medico
Per quanto concerne la diagnosi di patologie vere e proprie, non c’è dubbio che i dispositivi senza manicotto non possano sostituire il tradizionale sfigmomanometro. E soprattutto il parere del medico. Una volta riconosciuta la condizione di ipertensione e definita la terapia, comunque, questi dispositivi indossabili possono aiutare nel monitoraggio della situazione. Ovviamente considerando il soggetto stesso come “controllo” di sé stesso. “In caso di utilizzo relativo al monitoraggio di uno specifico soggetto, questi dispositivi potrebbero essere utili per documentare l’evoluzione della pressione arteriosa ed eventuali importanti scostamenti da una situazione di “normalità” – fa sapere l’esperto. Insomma: diagnosi no, ma monitoraggio di un paziente già inquadrato forse sì”. In questo senso, occorre sempre pensare alla necessità di uno standard. Come i dispositivi con manicotto, anche quelli senza necessitano di uno standard per la misurazione corretta della pressione. E non bisogna sbagliare. Senza dimenticare i possibili vantaggi futuri per strumenti di più facile impiego, perché indossabili e senza necessità di essere “posti” lungo il braccio. “Posizionamenti errati del manicotto possono causare letture non corrette della pressione: e così anche l’utilizzo improprio dei dispositivi senza manicotto potrebbe portare a letture non consistenti – rivela Molinari. Da questo punto di vista, si dovesse arrivare ad uno standard di misurazione sufficientemente affidabile, i dispositivi senza manicotto avrebbero il vantaggio di soffrire di minori problematiche di posizionamento e, forse, anche minor variabilità inter-operatore”.
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Come misurare bene la pressione
Istruzioni finali per l’uso. Almeno una volta l’anno occorre misurare i valori pressori, magari anche solo in farmacia, e procedere con la valutazione del medico se non sono entro i limiti accettabili. Questo vale per tutti e a tutte le età. Per il resto, in caso di ipertensione l’automisurazione della pressione arteriosa va fatta con strumenti automatici e validati, sempre usando il braccio e non il polso, curando di stare in posizione seduta, in ambiente tranquillo e ben riscaldato. La misurazione andrebbe fatta più volte la settimana ricordando anche l’importanza della valutazione – almeno quattro volte l’anno – anche in posizione eretta, dopo 1 e 3 minuti dall’essersi alzati. Questo permetterà anche di evitare un nemico subdolo: l’ipotensione ortostatica, comune nell’iperteso anziano e nel paziente con ipertrofia prostatica benigna trattato con alfa-litici e non rara nel paziente con diabete e/o con patologie neurologiche, specie se trattate con farmaci come gli anti-Parkinson. Naturalmente, anche la cosiddetta ipertensione clinostatica – non di rado combinata all’ipotensione ortostatica – andrà valutata, misurando periodicamente la pressione arteriosa anche in posizione supina, per poi
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