“Étoile”, tra New York e Parigi a passo di danza e umorismo. Dagli autori della signora Maisel

Due piedi di ballerina salgono sulle punte. Il destro è calzato nella classica scarpetta di raso rosa, che quasi si stacca dal pavimento grazie alla sua base di gesso, il sinistro è pieno di lividi e cicatrici, cerotti e calli, è nudo ma si alza ugualmente sulla forza delle dita.

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Étoile, la nuova serie dei coniugi Palladino, autori di show di successo come Una mamma per amica e La fantastica signora Maisel, rompe il velo steso sul mondo del balletto, ma lo fa con la chiave dell’umorismo, della commedia, dei sentimenti. La danza classica ha ispirato film e serie che variano dal dramma al thriller (da Il cigno nero da Oscar alla serie Tiny pretty things), è liberatorio vedere uno show che mescola la fatica e il sacrificio di una professione estrema con l’ironia, il ritmo dei dialoghi scoppiettanti a cui Midge Maisel e prima di lei, Rory e sua madre Lorelaine ci hanno abituati. E non che la storia sia esente da melodrammi e situazioni sopra le righe, è solo il tono a essere quanto mai leggiadro.

Étoile, la nuova serie sul balletto dai creatori de “La fantastica signora Maisel” – Trailer

In Étoile, dal 24 aprile su Prime Video, otto episodi per una prima stagione già rinnovata per una seconda, si raccontano due mondi in collisione. Sono il Metropolitan Ballet Theater di New York diretto da Jack McMillan, interpretato da Luke Kirby che era Lenny Bruce per Maisen, e il Balletto dell’Opera di Parigi guidato dalla direttrice ad interim Geneviève Lavigne, ovvero Charlotte Gainsbourg.

Entrambe le loro istituzioni, antiche, prestigiose, sono al collasso, in crisi per la vendita dei biglietti, lontane dal pubblico. La direttrice francese propone al direttore americano uno scambio di talenti: danzatori e coreografi delle due compagnie si mescoleranno. McMillan accetta a una sola condizione che venga a ballare a New York, Cheyenne (Lou de Laâge), prima ballerina di Parigi dall’immenso talento pari soltanto al difficile carattere. Quando la ministra della cultura francese viene a sapere dello scambio è furiosa, mentre un consigliere racconta: “Mio figlio di dodici anni ha detto che perdere Cheyenne è stato peggio dell’incendio di Notre Dame e dell’occupazione nazista”.

Dopo aver dedicato cinque stagioni al tema della stand up comedian, mondo che conosceva molto bene dal momento che suo padre l’aveva cresciuta “con le storie di club di New York, Miami, San Francisco, di tour, di alberghi, di estati alle montagne Catskill”, Amy Sherman Palladino ha scelto di immergersi in un altro mondo a lei molto familiare. La sceneggiatrice e regista, prima donna a vincere nello stesso anno un Emmy (sui sei in carriera) nelle due categorie, regia e sceneggiatura, infatti è figlia di un comico e di una ballerina. E lei stessa ha iniziato la carriera come danzatrice fino al colpo di fulmine per la scrittura. “Stavo ancora lavorando come ballerina a teatro, aspettavo una chiamata per fare Cats ma avevo un’amica devota alla scrittura, non avevo molto da fare e mi sono messa a scrivere con lei – ha raccontato qualche anno fa la showrunner – Insieme abbiamo scritto alcuni episodi dello show Pappa e ciccia, era la terza stagione e avevano bisogno del punto di vista di ragazze. Mi chiedevo ‘e se mi chiamano per Cats cosa faccio?’ La mia amica mi diceva… ‘non lo accetti e basta’. Mi ci è voluto un po’ prima che pensassi a me stessa come un’autrice, credevo che non fosse quello il destino nelle mie carte ma alla fine è andata meglio così: gli autori possono mangiare e le ballerine no”.Nella serie quindi c’è un po’ tutto quel mondo: le prove estenuanti, le coreografie da montare, le follie dei coreografi, la durezza degli insegnanti, i sindacati francesi, ma anche il sessismo, le istanze della comunità lgbtq+, la crisi dei finanziamenti, le sponsorizzazioni.

La colonna sonora mescola i pezzi classici del repertorio con il rock (da Cherry Bomb delle Runaways a Cosmic dancer dei T-Rex) e accanto al cast di interpreti c’è un ricchissimo cast di veri danzatori Constance Devernay, controfigura di Lou de Laâge e poi Tiler Peck e Unity Phelan del New York City Ballet, John Lam del Boston Ballet, e Lauren Cuthbertson, (ex) prima ballerina del Royal Ballet di Londra. Le coreografie sono firmate da Marguerite Derricks.

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